Saharawi
Da anni l’associazione forlivese per le malattie del fegato (Afmf) è impegnata nella lotta alle malattie del fegato. E ha saputo guardare anche oltre i confini, cercando di dare una risposta ai bisogni dei più poveri: i malati e i volontari dei paesi più ricchi, infatti, possono fare molto per i meno fortunati.
Così, dal 2001, progettando interventi contro la diffusione delle epatiti virali tra i rifugiati sahrawi, siamo riusciti a fornire, a quel popolo, un aiuto concreto. Negli ospedali abbiamo incontrato i medici e tutto il personale: su cento test eseguiti per l’epatite B, ad esempio, più di dieci sono risultati positivi. Percentuali enormi per le nostre latitudini. Con loro abbiamo affrontato le linee guida per la profilassi e la migliore gestione dei pazienti e abbiamo organizzato corsi sui temi dell’educazione sanitaria e della diagnosi. Fra le tante iniziative ci piace ricordare “Jornadas de hepatología” che si svolse nella wilaya di Smara nel 2002: il primo convegno sulle malattie del fegato mai organizzato nel Sahara.
Da allora siamo tornati per visitare i malati, controllare i registri con i risultati delle analisi, recapitare i test di laboratorio. E abbiamo promosso la cultura della prevenzione sollecitando una migliore gestione dei rifiuti sanitari, l’impiego di materiale sterile, la valutazione delle donne gravide per l’epatite e la vaccinazione dei neonati.
Abbiamo via via trasportato laggiù anche materiale divulgativo. Dalle schede personali dei malati d’epatite ai registri; dai manifesti ai volantini, dagli adesivi ai depliant. Il tutto colorato, illustrato, scritto in arabo o in spagnolo, anche con l’aiuto del Rotary Club di Forlì. E dopo nove anni di sogni e di azioni concrete abbiamo, infine, creduto che fosse giunto il momento di archiviare meglio i dati raccolti: e così è nata l’idea di creare un programma che potesse gestire, con i computer presenti nei campi, le informazioni riguardanti i malati d’epatite. Un progetto ambizioso ma realizzato con l’aiuto delle competenze cliniche e degli esperti d’informatica del nostro ospedale.
E così i viaggi si sono ripetuti, anno dopo anno, come i progetti e le iniziative. Senza portare a casa perle, ma ricordi. «Un viaggio, non è fatto dal cammino percorso» rammenta un proverbio sahrawi «è fatto delle cose che si portano con sé, al ritorno». E, allora, è cresciuta sempre più forte in noi la sensazione che possa essersi realizzata quella “contaminazione” di conoscenze e competenze, fra servizio sanitario nazionale, enti pubblici e volontariato, che ha portato ai risultati dei quali siamo ora orgogliosi e che, ci auguriamo, si dimostreranno vantaggiosi per tutti. Una bella notizia per i rifugiati sahrawi, per la nostra Afmf e per il Cisp e, perché no, per ospedale e comune di Forlì e per la nostra Regione Emilia-Romagna.
Le missioni, nei campi dei rifugiati sahrawi si sono ripetute. Nel 2002 Claudio Cancellieri si è affiancato a Ricca Rosellini e sono stati accompagnati da Teresa D'Arca del Cisp.
La missione dell'anno successiva, sempre composta da Ricca Rosellini e da Cancellieri, ha visto presente, nei campi, Gianluca Calzolari, oltre ai medici sahrawi.
Le missioni si sono ripetute annualmente, sino al 2010. Nel marzo 2015 una missione di Claudio Cancellieri e di Giulia Olmi ha consentito di verificare l'efficacia della vaccinazione contro l'epatite B. Il sostegno ai progetti di contrasto alle epatiti virali prosegue sino a tutt'oggi.
Una brochure, pubblicata nel 2010, raccontava le esperienze a favore della lotta alle epatiti virali nei campi sahrawi. La brochure è stata realizzata grazie all'impegno di Giulia Olmi - responsabile del Cisp per l'Emilia-Romagna e anima di tutti i progetti realizzati -, di Cristina Vallicelli del Comune di Forlì e di Gianluigi Lio della Regione Emilia-Romagna.
Un adesivo, realizzato anche con il contributo del Rotary di Forlì, è stato distribuito nei campi per esortare le donne a rivolgersi presso i dipensari, per la profilassi della trasmissione dell'epatite B ai neonati.
L'Afmf, con il Comune di Forlì, la Federazione Liver-Pool e la Regione Emilia-Romagna, ha dedicato il convegno "Deserto. E lo chiamano pace" (21 marzo 2009) a tutte le iniziative dirette a sostegno dei paesi più poveri e ai sahrawi nel campo della malattie del fegato e delle epatiti virali.
Nel video "Lotta alle epatiti virali fra i rifugiati sahrawi" abbiamo narrato il nostro lavoro di volontari nei campi sahrawi.